acqua blu del lago sirio

La libertà, la paura, il condizionamento sociale

Diventa sempre più difficile stare in mezzo alla gente e al suo rumore; non solo i suoni emessi sono disarmonici, come unghie di gatto che grattano sulla lavagna, i gesti lo sono altrettanto; violenti e precari, gli arti si muovono senza senso del sé, perché sì, certo, il corpo ha una potenziale completa consapevolezza dello spazio che occupa a 360° ma è, appunto, una potenzialità. 

Stamane mi sono beccata un pugno sul petto, niente di grave, da una donna che parlando contemporaneamente al cellulare e con altri fisicamente presenti lì con lei, si agitava, urlava e, in definitiva, non vedeva nulla di ciò che le stava intorno, né aveva alcuna percezione del proprio corpo nello spazio. Tutto regolare, le tenebre aumentano dando gli ultimi colpi di coda, incazzate come bestie perché la luce sta trionfando. La violenza percepita in questo agosto terribile è enorme, non ho mai sentito nulla del genere. Diventa quasi impossibile uscire di casa, investiti da queste ondate di pura rabbia, terrore, angoscia.

Capisco, in questi giorni roventi, che è l’ora di trasmutare la paura, ogni paura, anche la più profonda; anzi, soprattutto le più profonde che sono zavorre che ci appesantiscono da centinaia, migliaia di anni. Sono l’ultimo baluardo di energie di cui il buio si nutre; il kali yuga si è nutrito per ben 26.000 anni della nostra paura, del nostro senso di scarsità, di insufficienza personale, di carenza e su questo substrato ha prosperato costruendo il proprio impero di violenza, sopraffazione e abuso. 

È in definitiva sulla percezione di sé stessi come meno: carenti, mancanti, insufficienti, su cui la manipolazione e il controllo fanno affidamento da sempre. Chiedetevi, ogni volta che ricevute degli input, da dove arrivano e perché. Chiedetevi perché qualcuno, qualcosa, un sistema, vi fornisce una certa informazione e ve la fornisce con quella specifica modalità. Quali emozioni vi suscita? Come vi sentite dopo avere avuto contatto con quegli input? Quali effetti questi input hanno su di voi e sul collettivo. Dopo un po’ di esercizio diventa sempre più facile accorgersi di tali effetti, finché la percezione diventa immediata; da li a neutralizzare il controllo il passo è breve. 

Come in ogni cosa, la presa di coscienza è fondamentale, sempre che abbiate voglia di divenire esseri liberi, veramente liberi. Non la libertà di superficie, quella che ci viene porta sul piatto d’argento delle poche opzioni disponibili (che cosa vuoi fare da grande? L’astronauta o la ballerina? E se io volessi diventare un disegnatore di pipistrelli?), ma la libertà di scegliere, ogni volta, tra le infinite possibilità che il nostro sé più alto ci suggerisce. Tutt’altro scenario; gli astronauti stanno alla nasa, le ballerine a teatro, ma i disegnatori di pipistrelli stanno dove vogliono, e dopo un po’ non hanno più nemmeno bisogno di stare con i pipistrelli. 

Crediamo che la libertà sia democrazia, assenza di coercizione fisica, poiché le dittature di qualunque genere si sono sempre accompagnate a sistemi fisicamente coercitivi. Nelle democrazie post belliche la coercizione è diventata intangibile: il controllo delle menti, così che l’illusione di libertà possa rimanere intatta. 

Liberatevi. Solo voi potete farlo. Se vi chiedete cosa ne ricavate, vi rispondo: niente di buono. Un mucchio di grattacapi, la perdita del vostro senso di identità sociale, una sostanziale solitudine esistenziale, e, naturalmente, un certo ostracismo. 

E’ una scelta socialmente sconveniente, totalmente destrutturante. Eppure, è solo in questa libertà che la vostra più profonda verità, la fragranza integra della vostra intrinseca bellezza può espandersi e voi con lei. E il mondo goderne. E voi sentirvi vivi. 

19 agosto 2018

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